San Giorgio Martire nacque in Cappadocia intorno al 270 d.c. da Geronzio, persiano e dalla cappadoce Policronia, i quali lo educarono cristianamente. Si distingue presto per il suo valore e la sua forza nel combattimento. La sua figura cristiana emerge nel 303 d.c. col suo famoso editto, l’imperatore romano del tempo decise la persecuzione di tutti i cristiani per cui Giorgio abbandonò l’esercito, distribuì i suoi beni ai poveri, strappò pubblicamente l’editto ed affermò la sua fede in Cristo. Al suo arresto, Giorgio, rifiutò di abiurare e per questo venne incarcerato, torturato ed infine decapitato. Proprio in questo contesto il santo ebbe modo di sperimentare un rapporto più intimo con Dio, conoscerà la morte e la resurrezione e compierà miracoli.
Era il 23 Aprile dell’anno 303.
Fonte: Mondo Bizantino
Il culto di San Giorgio inizierà subito dopo la sua morte, come risulta da numerose fonti storiche. La storia del suo martirio contenuta nella Passio Georgii, fu tradotta in tante lingue e si diffuse in tutto il mondo cristiano antico protraendosi fino ai nostri giorni. Oggi San Giorgio è Patrono di oltre 100 comuni tra cui il nostro di Piana degli Albanesi, protettore dei cavalieri, degli armaioli, dei soldati, degli arcieri, degli scout, degli schermitori, dei sellai. Viene invocato contro i terremoti, la peste, le eruzioni vulcaniche, la lebbra e le malattie neurologiche. La reliquia del suo cranio è custodita e Roma presso la chiesa di San Giorgio al Velabro.
Durante il medioevo e precisamente nel periodo delle crociate il santo diventa il protagonista della leggenda conosciuta come “San Giorgio e il drago” in cui San Giorgio incarna il valore assoluto del bene che affidandosi a Dio, sconfigge il male.
La chiesa dedicata a San Giorgio Megalomartire, patrono della cittadina di Piana degli Albanesi, è una delle più antiche del centro urbano di Piana degli Albanesi, costruita nel 1493. Fino alla costruzione della chiesa dedicata a San Demetrio(1589), fu essa la prima parrocchia.
La chiesa presenta un’iconostasi in quanto a Piana degli Albanesi si mantiene per tradizione il rito Greco-Bizantino, caratteristica fondamentale che distingue le comunità albanofone. La statua di San Giorgio trova posto nella parte sinistra della chiesa nella cappella a lui dedicata. Durante il corso degli anni, la struttura ha subito svariate ristrutturazioni fino alla recente costruzione di una piccola cappella che riporta degli affreschi di manifattura greca raffiguranti alcune scene della vita e del martirio S. Giorgio con al centro un’icona del santo donata dai devoti
La Statua di San Giorgio Megalomartire è posta in una cappella nella Chiesa di San Giorgio. La statua donata alla chiesa di Piana degli Albansi nel 1835 appare maestosa nella raffigurazione del cavaliere San Giorgio che trafigge con la sua lancia il drago, simbolo del male, con affianco in ginocchio Santa Margherita, fanciulla, simbolo di purezza. L’opera è firmata da Jeromus Bagnasco ed è stata ultimata nel 1832.
La statua ci presenta un bel cavaliere, giovane, castano ed in forma, in sella ad un cavallo baio, simbolo del suo valoroso gesto. Il San Giorgio è stato arricchito nel corso del tempo grazie alle donazioni dei fedeli, il quale secondo la tradizione del popolo arbëresh viene “vestito” con gli ori e le usanze tipiche del posto, sui fianchi possiamo notare che indossa il brezi (cintura), fondamentale ornamento del costume tradizionale di Piana degli Albanesi, nonché rappresenta la stirpe o familiarità, esso raffigura solitamente il santo a cui le famiglie mostrano devozione e viene tramandato di generazione in generazione, anche da questo si comprende quanto la devozione per il santo è forte in quanto il brezi più diffuso rappresenta San Giorgio.
Un particolare fondamentale che caratterizza la statua di San Giorgio Megalomartire di Piana degli Albanesi e che diventa tratto distintivo del simulacro dello stesso paese è il colore del cavallo con il quale viene raffigurato. In quanto San Giorgio essendo un cavaliere nobile viene sempre ritratto nell’iconostasi come anche nelle altre statue presenti in Sicilia, come Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla e Duomo di San Giorgio a Modica, con un cavallo di colore bianco. Mentre a Piana degli Albanesi viene rappresentato con un cavallo baio. Appunto si narra che San Giorgio apparve in sogno all’autore della scultura, Bagnasco, dicendo lui di raffigurarlo con un cavallo baio e non con il cavallo bianco come rappresentato su tutti i simulacri. Questo perché voleva essere rappresentato come una persona qualunque e non un nobile con il cavallo bianco.